Spesso invece basta l'occasione per stimolare la fantasia e il gioco “fisico” dei bambini. Meglio naturalmente all'aria aperta, in compagnia di coetanei e in un ambiente salubre. In questo senso, in generale, il parco giochi inclusivo si candida ad essere il luogo ideale. Per capire se è proprio così abbiamo intervistato un'esperta, la professoressa Giuliana Valerio ordinaria di pediatria presso il dipartimento di scienze motorie e il benessere dell'università ''La Partenope'' di Napoli.
“Il periodo della pandemia che ci siamo fortunatamente lasciati alle spalle – spiega la professoressa Valerio - ha esacerbato un problema che comunque è presente nella popolazione italiana in particolare quella pediatrica.
Parliamo di alti livelli di sedentarietà che iniziano molto presto e tendono poi a mantenersi negli anni mentre invece appunto l'attività fisica è da fare al più presto possibile perché ha benefici inimmaginabili sulla salute sia fisica che psicologica”.
Parlando di attività fisica legata al gioco e all'aperto mi vengono inevitabilmente in mente i parchi giochi inclusivi pubblici, sempre più diffusi in Italia ma purtroppo un po' meno forse nelle regioni meridionali. Secondo lei quanto è importante per i bambini avere a disposizione dei parchi pubblici con dei giochi adeguati?
“Lei ha parlato di gioco e ha detto una cosa molto importante già nel 1989 la dichiarazione dei diritti del bambino promuoveva il gioco come un bisogno irrinunciabile del bambino, perché il bambino attraverso il gioco soprattutto nei primi anni di vita apprende degli schemi motori, li mette in atto, li esercita e getta le basi per una motricità sempre più complessa e sempre più efficace. In realtà proprio il gioco permette al bambino anche di sviluppare l'immaginazione la fantasia la socializzazione. Quando noi parliamo di attività fisica non dobbiamo perciò pensare solo allo sport ma il gioco motorio che contribuisce in maniera significativa a raggiungere quei livelli di attività fisica anche moderatamente intensa che sono più richiesti dalle raccomandazioni delle società scientifiche anche dell'Oms (ndr. Organizzazione Mondiale della Sanità).
Effettivamente noi nell'Italia Meridionale abbiamo pochi spazi dedicati al gioco. Su questo si dovrebbe riflettere molto perché consentire al bambino di giocare in maniera non strutturata è, come vi dicevo, fondamentale per gettare le basi della motricità che poi sarà sviluppata ancora meglio con l'esercizio fisico e con lo sport”.
Un aiuto in tal senso oggi arriva dalla sensibilità delle delle pubbliche amministrazioni e dalle normative orientate alla diffusione dei parchi gioco inclusivi che consentono di far giocare contemporaneamente tutti i bambini anche quelli con disabilità o con difficoltà cognitive “Infatti, se i livelli di attività fisica sono bassi nella popolazione pediatrica generale lo sono ancora di più nei bambini con disabilità, come ha detto lei, sia fisica che intellettiva.
Creare dei parchi gioco inclusivi ,quindi aperti alle esigenze di tutti, privi di certe barriere ambientali, ha sicuramente un valore nell'incentivare il gioco facendo anche un richiamo alle linee guida dell'Oms per i bambini con disabilità.
Allora in chiusura possiamo dire che un parco giochi inclusivo non ha soltanto una funzionalità ludica ma può avere anche un importante ruolo per il benessere dei bambini “Eh sì assolutamente proprio perché il gioco libero è quello che va incentivato e il benessere dello stare all'aria aperta aggiunge altre esperienze che sono sensoriali sensitive molto più ricche rispetto alla palestra per esempio.
Poi ancora di più se il gioco viene visto come un'esperienza familiare perché uno dei problemi è la barriera, una delle barriere è la mancanza di tempo, molto spesso anche i genitori hanno difficoltà a gestire i tempi e quindi trovare anche degli spazi comuni dove i bambini i genitori eventualmente nonni possano giocare insieme e dedicare del tempo al all'attività fisica andrebbe perseguito”.