A un anno dall’installazione dell’ Area Inclusiva a San Vittore Olona in via Roma, il bilancio è sicuramente positivo sia per i giovani del quartiere che per le famiglie che hanno figli diversamente abili.
Un’occasione di inclusione dove finalmente tutti possono giocare e divertirsi allo stesso modo: altalene montate in totale sicurezza e casette inclusive adatte a diverse fasce di età, che permettono di trascorrere ore spensierate. L’esperienza di questi 12 mesi ci permette di fare un’analisi positiva sotto diversi aspetti, con tante testimonianze favorevoli soprattutto dal punto di vista dell’inclusività.
Basti pensare che un progetto sociale come quello di San Vittore Olona, è riuscito a ridonare il sorriso a tanti bambini che a causa di disabilità diverse non riuscivano a interagire con gli altri e a utilizzare le giostre comuni. Tra i giochi più apprezzati emergono senza dubbio le Torrette Inclusive, considerati i giochi inclusivi per eccellenza, studiati in modo specifico per permettere sia ai bimbi con disabilità che agli altri di stare insieme senza alcuna distinzione.
Un parco dotato di torretta inclusiva, infatti, si trasforma in un progetto unico dove anche le sedie a rotelle possono accedere sia per la larghezza degli spazi sia per le diverse entrate. Ma anche per le pendenze studiate appositamente per accompagnare ogni bambino, consentendo ai piccoli e ai loro genitori di realizzare quell’inclusività di cui tanto si parla. Anche il castello attira molto i ragazzini, senza distinzione di età e abilità, tanto che diventa difficile chiamarli giochi per disabili, diventando un punto di aggregazione per tutti e divertendo ciascuno senza differenze.
Ciò che muta è solo l’accessibilità, che è consentita a tutti, permettendo di provare percorsi sensoriali, pannelli interattivi, tappeti che consentono il passaggio di sedie a rotelle, stampelle o per le disabilità più particolari e complesse. L’esempio di San Vittore Olona: un esempio per tutti Pur essendo una piccola realtà, San Vittore Olona è stato un esempio per tutte le città d’Italia che fanno ancora fatica a diventare inclusive.
Nell’ultimo ventennio sono molte le città del nord Europa che hanno progettato e realizzato aree gioco pubbliche destinate ai più piccini. Un segno di grande sensibilità sia da parte delle autorità amministrative sia dei cittadini, che le utilizzano in modo equilibrato per favorire integrazione, socializzazione e una maggiore sensibilizzazione sul tema della disabilità. Basti pensare che un’area attrezzata dotata di torretta inclusiva permette alle fasce più deboli di entrare in contatto sociale con gli altri attraverso il gioco, rompendo così l’isolamento che colpisce spesso i bambini con disabilità e integrandoli con quelli normodotati senza alcuna esclusione.
Oltre all’altalena a cestone, che permette di giocare in piena sicurezza e senza pericolo di cadere, le attrazioni più utilizzate sono le torrette scoperte, dotate di una parete per arrampicarsi leggermente inclinata. Anche il pannello per disegnare riscuote molto successo, soprattutto per i ragazzini più timidi che non amano scivoli e altalene ma desiderano esprimersi liberamente attraverso i colori.
Giochi inclusivi: un’isola felice per tutti Si parla molto di inclusività e accoglienza sia nelle scuole che nelle aule parlamentari, due istituzioni che stanno facendo grandi sforzi per abbattere le barriere architettoniche con provvedimenti amministrativi emanati ad hoc e una didattica specifica per gli alunni con difficoltà fisiche e cognitive.
Un lavoro lento ma continuo che comprende importanti investimenti da parte delle pubbliche amministrazioni come Comuni e Regioni, che erogano, in presenza di specifici requisiti, somme di denaro per realizzare progetti volti all’inclusività, proprio come la realizzazione di parchi giochi utilizzabili da tutti.